Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Sei in possesso di una Carta del Docente o di un Buono 18App? Scopri come usarli su Maremagnum!

Print

VOLPATO Giovanni (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)

Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano - Tav. 5

1775

unavailable

Antiquarius Libreria (Roma, Italy)

Ask for more info
unavailable

Payment methods

Details

Year of publication
1775
Size
480x1060
Engravers
VOLPATO Giovanni (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)
Keyword
Architettura e Ornamenti, Architecturals & Ornamentals

Description

Acquaforte e bulino, 1775, firmata e datata in lastra in basso a destra. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame o con sottili margini, in ottimo stato di conservazione. Esemplare finemente colorato a mano a tempera ed acquarello. La serie degli Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano, ossia la riproduzione completa a stampa delle pitture dei pilastri delle Logge Vaticane ideate e affrescate da Raffaello, comprendente quarantasei tavole, fu realizzata nella sua interezza tra il 1760 e il 1777 dagli incisori Giovanni Ottaviani e Giovanni Volpato. Conobbe un lavoro lungo e travagliato, giustificato dall’enorme mole di lavoro. Le incisioni uscirono, per la prima parte, in tre volumi, tra il 1768 - 69 e il 1772, frutto della collaborazione fra i disegni del pittore Gaetano Savorelli e quelli dell'architetto Pietro Camporesi, e del lavoro di intaglio di Giovanni Ottaviani. Nella parte inferiore delle lastre appare un'iscrizione che riporta il nome dell'incisore, dei due disegnatori e il privilegio papale di Clemente XIII. Dal 1772 – 1774, alla monumentale opera, si aggiunsero il disegnatore Ludovico Teseo e l'incisore Giovanni Volpato. La serie, a cui il Volpato deve gran parte della sua notorietà nell’ambiente romano del tempo, è la prima opera che affronta, in modo dettagliato e completo, la riproduzione degli ornati dei pilastri delle Logge affrescate da Raffaello. L’intervento di Volpato, che assunse in certo senso la direzione dell’opera legando il suo nome all’impresa, costituisce il motivo del suo trasferimento a Roma, probabilmente chiamato da papa Clemente XIV (1769-1774). Le tavole del Volpato, incise tra il 1774 ed il 1776 con la collaborazione del Teseo che si occupava dei rilievi, riproducono con grande libertà traduttiva i dodici contropilastri della Loggia. La scarsa visibilità della parte inferiore dell’affresco spinse l’artista ad applicare integrazioni di fantasia, come nel caso di alcuni pilastri dove sono inseriti elementi decorativi desunti dalle bordure di alcuni arazzi vaticani. La raccolta ebbe vastissima risonanza e rappresentò una delle operazioni di riproduzione più impegnative, venendo a costituire un importante repertorio figurativo da cui attingere motivi di decorazione e contribuendo al grande successo dei temi grotteschi del periodo neoclassico, influenzato dalle importanti scoperte affiorate dagli scavi di Pompei e di Ercolano. La decorazione di Raffaello per la galleria coperta che portava al Palazzo del Papa fu percepita subito come un'opera esemplare di decorazione all'antica e il successo fu tale da indurre amatori d'arte a commissionare disegni fedeli delle pitture raffaellesche. Bibliografia Giorgio Marini, Volpato, pp. 187/198; Pezzini in "Raphael Invenit" pp. 105/6, 36/45. //// Etching and engraving, 1775, signed and dated in plate at lower right. Beautiful proof, impressed on contemporary laid paper, trimmed to copperplate or with thin margins, in good condition. Finely hand-colored example with tempera and watercolour. The series of the Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano, i.e., the complete printed reproduction of the paintings of the pillars of the Vatican Loggias conceived and frescoed by Raphael, comprising forty-six plates, was produced in its entirety between 1760 and 1777 by engravers Giovanni Ottaviani and Giovanni Volpato. It knew a long and troubled work, justified by the enormous amount of work. The engravings came out, for the first part, in three volumes, between 1768-69 and 1772, the result of the collaboration between the drawings of painter Gaetano Savorelli and those of architect Pietro Camporesi, and the carving work of Giovanni Ottaviani. An inscription appears at the bottom of the plates, bearing the name of the engraver, the two draughtsmen and the papal privilege of Clement XIII. From 1772 - 1774, draughtsman Ludovico Teseo and engraver Giovanni Volpato were added to the monumental work. The series, to which Volpato owes much of his notoriety, is the first work to address, in detail and comprehensively, the reproduction of the ornamentation of the pillars of the Loggias frescoed by Raphael. The intervention of Volpato, who assumed in a sense the direction of the work by linking his name to the enterprise, constitutes the reason for his move to Rome, probably called by Pope Clement XIV (1769-1774). Volpato's plates, engraved between 1774 and 1776 with the collaboration of Teseo, who was in charge of the reliefs, reproduce the twelve counterpillars of the Loggia with great freedom of translation. The poor visibility of the lower part of the fresco prompted the artist to apply fancy additions, as in the case of some pillars where decorative elements taken from the borders of some Vatican tapestries are inserted. The collection had a vast resonance and represented one of the most challenging reproduction operations, coming to constitute an important figurative repertoire from which to draw motifs for decoration and contributing to the great success of the grotesque themes of the neoclassical period, influenced by the important discoveries unearthed from the excavations of Pompeii and Herculaneum. Raphael's decoration for the covered gallery leading to the Pope's Palace was immediately perceived as an example of old-fashioned decoration, and it was so successful that art lovers commissioned faithful drawings of Raphael's paintings. Bibliografia Giorgio Marini, Volpato, pp. 187/198; Pezzini in "Raphael Invenit" pp. 105/6, 36/45.