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Armanino Lit. e Calc. edit., Armanino Lit. e Calc. edit.

Sortita dalla Lunetta eseguita il 12 giugno

1850

450.00 €

Trippini Sergio Libreria (Gavirate, Italy)

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Details

Year of publication
1850
Size
mm 355x505
Edition
1850 ca
Engravers
Armanino Lit. e Calc. edit.
Keyword
Ancona
Designers
Armanino Lit. e Calc. edit.
Languages
Italian

Description

A ore 3 e tre quarti pomerid. Cominciarono a tuonare i nostri cannoni. 4 e mezza pomerid. I nemici cominciarono a tirare sui Forti. 5 e mezza pomerid. Il Capitano Gervasoni del 7.° di linea colla sua Compagnia Granatieri con parte della 4.a Compagnia comandata dal Capitano Fedeli, e con un distaccamento dell'8.va Compagnia comandata dal Capitano Francesco Gigli e Tenente Edoardo Pullini sortì dalla Lunetta. Giunto alla sottoposta vallata dà il comando dell'ala destra al Tenente Vinelli dei Granatieri, e dell'ala sinistra al Tenente Atti della 4.a, poi ordina che a passo di carica si assalga il cpiicolo Colle, dove, per una barricata che visi vedea, ha sospetto che vi fossero piantati dei pezzi di cannoni. Accortasi di ciò una sentinella nemica, dà il segno dell'allarme, e in un momento i nostri sono accolti da numerosa, prolungata fucilata. L'ardore del Gervasoni aumenta gridando: Avanti avanti o valorosi del 7° di Linea! In breve tempo li ha condotti pressochè ad afferrarebla barricata nemica, dalla quale sorte una spessa grandine di palle, e dove il generoso, ed intrepido Gervasoni rimane gravemente ferito. A questa vista gli animi dei nostri soldati vieppiù s'accendono di sdegno, e senza badare a pericolo che essi non vogliono conoscere si spingono coraggiosamente fino alle punte delle bajonette nemiche. Fatti persuasi interamente con i proprj occhi che nella barricta nemica non esistono pezzi di cannone, dopo un lungo e non interrotto combattimento fugano il nemico e si ritirano valorosamente, asportando seco il ferito Capitano, dando manifeste prove di grande virtù e ammirabile fermezza. In questo momento scoppia un incendio alla loro sinistra. Il Capitano Fabbri, spedisce un animoso della sua Compagnia (certo Pianori) con altri quattro a farvi una ricognizione, i quali ritornano riferendo che il nemico aveva abbandonato il posto, e si era ritirato. Essendo la sera rimangono i nostri alle posizioni finchè un ordine superiore li fa rientrare. Tutti si batterono con ammirabile coraggio. Il Sergente Schelini si distinse uccidendo sotto gli occhi del proprio Capitano tre austriaci, uno dei quali con la bajonetta. In questo fatto d'arme si ebbero 12 morti e 30 feriti.La stampa fa parte di una serie di litografie stampate a Genova Dalla Lit. e Cal. Armanino Strada Garibaldi N° 204, colorate da L. Barbero. Riportano l'interessante indicazione "Di Proprietà della Società della Speranza in Genova". La litografia, stampata su carta della cina, presenta una bella coloritura coeva a cura di L. Barbero ed è applicata su di un supporto cartaceo. Sotto l'incisione alcune righe di testo storico descrittivo. Alcuni segni del tempo.La seconda Repubblica Romana. A Roma, sotto la spinta dei moti popolari che chiedevano libertà e democrazia, crollò il regime pontificio ed il Papa Pio IX fuggì a Gaeta. Il 9 febbraio 1849 un'Assemblea eletta con suffragio universale proclamò la Repubblica, e il mese successivo ne affidò la guida a un Triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Come Bandiera, la Repubblica adottò il tricolore. Intanto il Papa da Gaeta invocava l'intervento delle potenze europee per restaurare il potere temporale. Francia, Austria, Spagna e Regno delle Due Sicilie, paesi cattolici retti da regimi assoluti o conservatori, attaccarono il territorio della Repubblica da più parti. A difesa della Repubblica affluirono in Roma giovani da ogni parte d'Italia e d'Europa, mentre GAribaldi vi portò i suoi volontari. Il 3 luglio, mentre le truppe francesi entravano in Roma, Giuseppe Galletti dal balcone del Palazzo Senatorio in Campidoglio, lesse al popolo la Costituzione della Repubblica Romana mentre i soldati francesi erano schierati in armi sull'Ara Coeli. Fu l'ultimo atto della Repubblica Romana.